SR ANNA
CANTALUPO FdC
(1888- 1983)
Nasce a Napoli il 3 Settembre
1888, e viene battezzata dallo zio Sacerdote con il nome PIA. Quarta di sei
sorelline si distingue per la sua vivacità di carattere. A 9 anni,
preparata dallo zio sacerdote, fa la prima comunione. Vanitosa, le piace ballare,
cantare, ricevere complimenti; tuttavia è anche attenta alla preghiera.
Spesso si presentava nello studio del padre avvocato e ne profittava per raccomandare
ai clienti, in cambio delle loro carezze, la recita delle preghiere, la partecipazione
alla Santa Messa e soprattutto l'osservanza del precetto Pasquale.
Il 31 maggio del 1902 consacra tutta se stessa a Gasù con il voto di
Verginità, decisa a realizzare la sua vita consacrata; ma come? Un
incontro fortuito nello studio del padre con una Figlia della Carità
sarà per lei il segno di Dio. Mentre la Suora tergiversa ritenendo
opportuno non incoraggiarla per la sua giovane età, e le prospetta
le innumerevoli difficoltà della vita comunitaria Pia si impunta e
con uno scatto tutto suo protesta: "se la sua comunità è
un inferno, ebbene io voglio venire in quell'inferno!".
A 20 anni fa il Postulato all'istituto Montecalvario di Napoli e alla casa
centrale inizia il seminario che termina a Parigi alla casa madre. Alla presa
d'abito è destinata alla scuola elementare della casa centrale a Napoli,
ma non è capace di mantenere la disciplina per cui, dopo un anno tempestoso,
con sollievo di tutti passa all'Albergo dei poveri in P.za C.arlo III, al
servizio delle anziane povere ricoverate.
Sr Caterina, come ormai viene chiamata, si mette all'opera con il suo abituale
entusiasmo e tanto tanto amore come richiedeva appunto il suo ufficio. Non
mette limiti alla donazione, al lavoro e alla pratica della virtù tanto
che la salute ne rimane scossa e deve fare i conti con una brutta bronchite
asmatica. . .che diventerà purtroppo cronica.
La notte di Natale del 1913 pronunzia con grande fervore i santi voti il che
accresce la sua capacità di donazione piena e gioiosa.
Qualche anno dopo, a causa della Guerra 1914-1918, si organizzano le ambulanze
e Sr Caterina è inviata all' "Istituto Hesler" di Napoli
per la rieducazione dei mutilati di guerra. Il suo amore e la sua dedizione
si moltiplicano verso quei giovani per i quali le ore di sconforto sono frequenti,
ma basta che Sr Caterina intoni un inno al Sacro Cuore o pronunzi una parola
di conforto per riportare il sorriso sulle loro labbra. Finita la guerra nel
Dicembre 1918 e chiuse le ambulanze, Sr Caterina giunge a Catania attesa dalla
zelante b.ssa Anna Zappalà, nipote del Cardinale Giuseppe Francica
Nava, Arcivescovo di Catania. La b.ssa Anna, anima straordinaria per la sua
carità e l'impegno nell'opera fondata dal santo cardinale G. Dusmet,
da tanto tempo richiedeva la collaborazione di Suore capaci di comprenderla
e seguirla nel servizio organizzato presso il collegio della Provvidenza (attuale
Istituto Pio IX, tenuto dalle FdC). Per volere della b.ssa Anna, Sr Cantalupo
si chiamerà Sr Anna. Nel 1905 la b.ssa Anna Zappalà viene eletta
presidente dell'opera e subito il padre Luigi della Marra gliene affida la
direzione. La presidente avendo ottenuto altre 2 Suore, con la collaborazione
entusiastica di Sr Anna, chiede l'affiliazione delle socie alla Compagnia
delle Dame della Carità di Parigi. Il nome dell' "OPERA DEL CARDINALE
DUSMET" viene cambiato in "OPERA DI SOCCORSO INFERMI POVERI A DOMICILIO",
iniziando la pubblicazione di un giornalino con lo stesso titolo che sostituirà
il notiziario diocesano "La Campana". Contemporaneamente sorgono
tutte le altre iniziative: l'associazione dei cooperatori e i Soci Perpetui
(che con le loro somme versate una tantum assicurano una santa messa annuale
per i soci defunti e un cespite in aiuto ai poveri).
La b.ssa Anna riunisce le socie in casa sua e le mette a lavoro mentre Sr
Anna si occupa delle riunioni nella Chiesa dell'Ogninella, senza tralasciare
le visite ai poveri.
Nel 1915 la b.ssa, avendo accettato la presidenza dell'Opera Nazionale Orfani
di Guerra e mettendo a disposizione del ministero una sua proprietà
in periferia dove vi lavorava già con impegno, all'arrivo di Sr Anna
non trova di meglio che coinvolgerla in questa assistenza così impegnativa.
Sr Anna con entusiasmo comincia ad organizzare le colonie marine e montane
per i bambini, la distribuzione di medicinali, di indumenti e di calzature
alle famiglie, con il suo senso di organizzazione arricchito di carità,
rispetto a cordialità vincenziana. Nel 1920 propone un corso dì
esercizi spirituali per tutti gli assistiti ìn preparazione alla Pasqua
dando così vita ad una pratica che durerà decenni.
L'11 Aprile 1923 con il consenso dei superiori Sr Anna insieme alle sue consorelle
addette al servizio dei poveri lascia il collegio Pio IX e si stabilisce nella
casa che la b.ssa Anna ha preparato per loro in via S. Pietro e che si chiamerà
"Casa della carità". E' un'esplosione di attività:
catechismo ai bambini e agli adulti, oratorio festivo per giovani, associazione
mariana per la formazione della gioventù femminile, Battesimi di adulti,
Matrimoni da regolarizzare, visite e assistenza materiale e spirituale: Catania
ha individuato in quella casa un rifugio sicuro per ogni necessità
L'anno 1925 segna la svolta decisiva per la casa: l'assistenza civile e religiosa
che si è svolta per tanti anni agli orfani di guerra è finita.
La presidente che si è prodigata insieme alle Suore riceve un attestato
di benemerenza e di lode e rientra nel possesso del suo terreno con aggiunti
3 padiglioni in legno allestiti dal ministero. La b.ssa Anna Zappalà
con una donazione in vita accettata dal consiglio provinciale, dona i locali
ad esclusivo uso della casa che si chiamerà definitivamente: CASA DELLA
CARITA' - Sede dell'OPERA DI SOCCORO INFERMI POVERI A DOMICLIO.
Intanto sorge un problema: venuta meno l'assistenza della Prefettura, per
non stornare neppure una Lira dalle offerte ricevute per i poveri, la presidente
nei 3 padiglioni inizia un asilo infantile, una scuola elementare e un laboratorio
di ricamo per giovinette. Le socie procureranno gli alunni pagando le rette
e risolvendo il problema della casa. L'ambulatorio e la farmacia continueranno
a funzionare ogni mattina con medici volontari collaborati da una suora. Ancora
l'anno 1925 segna per Sr Anna una data luminosa: risale, infatti, a quell'anno
la sua consacrazione di vittima d'amore per i sacerdoti, la sua donazione
ai poveri diviene incessante, percorrerà a piedi tutta la città
in cerca di ammalati, disperati, affamatL. Fa sue con cuore di sorella tutte
le sofferenze dei fratelli e con il pensiero ben preciso: arrivare alle anime
per confortarle, dare loro speranza e condurle a Dio. La Gloria di Dio, la
Volontà di Dio, ecco il suo obbiettivo costante.
Quante conversioni!... L'arcivescovo
accorre spesso alla Casa della Carità per funzioni straordinarie: il
Battesimo di otto fratellini, l'abiura dal Protestantesimo di un giovane di
18 anni e due sorelle convertiti per mezzo della Medaglia Miracolosa: altre
volte su richiesta di Sr Anna, si reca nelle case dei poveri per il conferimento
della Cresima ad ammalati gravi. Nel periodo quaresimale organizza corsi di
esercizi spirituali per tutte le categorie: bancari, impiegati comunali, netturbini,
ferrovieri, vigili del fuoco, vigili urbani, tassisti etc. Presta una particolare
cura per i sordomuti che lavorano in genere come lustrascarpe, riunendoli
e cercando il sacerdote capace di capirli e farsi capire e anche per loro
organizza il Precetto Pasquale.
Non tutti evidentemente applaudivano
Sr Anna. Un giorno mentre con la borsa raccoglieva le offerte per i poveri
sulla strada, un tale dandole uno spintone le gridò in faccia: "Fannullona:
non ti vergogI a chiedere l'elemosina? Vai a lavorare!" e Sr Anna con
molta calma gli rispose: "non mi sento tanto onorata come quando stendo
una mano per i miei fratelli poveri".
Intanto scoppia la Seconda Guerra Mondiale. Subito Sr Anna prende l'iniziativa,
benedetta dall'arcivescovo, di assistere i soldati dei vari reggimenti che
transitano da Catania per raggiungere le zone di guerra affinché, confortati
da una parola di fede, purificati dai sacramenti e muniti della Medaglia Miracolosa
partano serenamente per le zone di conflitto. Ottenuta l'autorizzazione del
comandante generale Sr Anna fa il giro delle caserme seguita da un piccolo
numero di signore: in ogni caserma ottiene il raduno dei soldati, parla affettuosamente,
manifesta il suo programma e ad ognuno offre la Medaglia Miracolosa. Il cappellano
padre Ricceri e altri 3 sacerdoti assegnati dall'arcivescovo si rendono disponibili.
Non solo nelle caserme ma soprattutto alla stazione ferroviaria alle 4 del
mattino si celebra la Santa Messa sul marciapiede, si ascoltano le confessioni
e Sr Anna avvicina uno ad uno i soldati del treno ospedale, del treno armato,
del il comando Marina, della capitaneria di porto, della Milizia contraerea
e a tutti offre un sorriso, un conforto.., e soprattutto li ascolta, poiché
ognuno di quei soldati confida a Sr Anna le preoccupazioni per la moglie,
i figlioletti, il padre ammalato, la madre anziana.. .Sr Anna raccoglie notizie,
lacrime, speranze e annota tutto in piccoli foglietti con nomi e indirizzi.
Quando il treno parte subito si mette in cammino per soddisfare tutte le richieste
dei soldati che partono forse per non più tornare. C'è chi scrive
di avere sperimentato la protezione della Madonna, chi ringazia perché
la famiglia lo ha rassicurato dell'interessamento e dell'aiuto di Sr Anna.
Arrivano ancora i profughi da Biserta in condizioni pietose e allora si impone
altra mobilitazione di medici, farmacisti, dame e damine della carità
per procurare materiale infermieristico, indumenti e generi alimentari. Sempre
in moto per sollecitare Enti e persone a donare aiuto. Esauriti ormai tutte
le scorte, carica di debiti Sr Anna organizza con l'infaticabile presidente
un Bazar di carità per i soldati. A cominciare dalla consorte del podestà
fino all'ultima donna del popolo, tutti entrano alla Villa Bellini e comprano
qualche cosa per i soldati che sono in guerra... si raccoglie la somma di
27000 £. Ormai Catania ha riposto in loro la sua fiducia. Nell'Agosto
del 1941 uno spaventoso bombardamento mette in ginocchio la città:
con tante case distrutte, molte famiglie senza tetto vengono accolte nel seminario
di Porta Uzeda. Il rettore chiama Sr Anna e immediatamente scattano i soccorsi.
In mezzo a tanta miseria gli ammalati di TBC aumentano paurosamente ed è
impresa ardua procurare medici, cibo... e disbrigo di documenti per i ricoveri
in sanatorio. Tutte la porte però si aprono quando arriva Sr Anna:
dal podestà, all'ECA e all'ultimo impiegato tutti si sentono coinvolti
in questa battaglia di carità. Purtroppo il peggio deve ancora venire:
a causa dello sfollamento Sr Anna è costretta a lasciare Catania trasferendosi
a Viagraride. Accanto vi è la caserma degli avieri a cui estende come
al solito il suo interessamento e la richiesta di essere accompagnate a Catania
per continuare l'assistenza ai poveri che lottano con le malattie e la miseria.
Finalmente la Guerra finisce e comincia l'opera della ricostruzione.
Il 17 Febbraio 1947 Sr Anna è nominata superiora della casa con suo
grande rammarico perché vede la sua attività limitata. Riesce
a prezzo di lavoro notturno a scrivere, chiedere interessamento per i poveri,
senza tralasciare le esigenze della comunità. Contemporaneamente è
sollecita per migliorare le condizioni della casa: i 3 padiglioni lasciati
dal ministero sono ormai cadenti e rosi dalle termiti. Chiede con insistenza
ai suoi amici aiuto per interessare il Ministero ed infatti ottiene la costruzione
di due locali semplici ma funzionali per la scuola materna e di un locale
per tutti gli usi: refettorio per i poveri, sala di riunioni per le dame e,
all'occorrenza, Cappella per gli esercizi spirituali o qualsiasi altra occorrenza.
Sr Anna, aperta alle trasformazioni del lavoro della dame, le segue nel loro
inserimento nelle Parrocchie che via via si aprono e richiedono interventi
più adatti ai tempi. Accoglie i servizi sociali e lascia che le giovani
vengano formate e inserite nei gruppi parrocchiali. In tanta attività
quello che la sorprende e la disturba è l'arrivo delle... tante onorificenze
che le vengono conferite dal 1958 al 1968: Cavaliere della Repubblica, la
cittadinanza onoraria di Catania con medaglia d'oro, la croce propontificie
et ecclesia... commendatore. Ben presto è però raggiunta da
un altro importante lavoro: il Congresso Eucaristico Nazionale del 1959 si
terrà a Catania. E l'arcivescovo assegna a Sr Anna la preparazione
di tutti i settori che avvicina per gli esercizi spirituali in preparazione
alla missione. E' un lavoro che assolve con entusiasmo e impegno.
Il 1960, tricentenario della morte
dei santi fondatori, offre a Sr Anna l'occasione di realizzare un suo grande
desiderio: un ricovero temporaneo per minori perché la madre è
ricoverata in ospedale o impossibilitata ad occuparsi dei figli per diversi
motivi. L'Ente Case Popolari riceve l'incarico di occuparsene e Sr Anna vede
con gioia ristrutturare alcuni antichi locali per realizzare quest'altra opera
a favore dei piccoli ospiti a riparo ormai dai pericoli della strada.
1968, altra data importante per il sessantesimo della vocazione religiosa:
le dame della carità prendono l'iniziativa di una sottoscrizione per
iniziare con la posa della prima pietra la costruzione di una cappella grande
per accogliere i poveri che ancora si radunano alla Casa della Carità
intitolata alla Madonna della Medaglia Miracolosa. La costruzione sarà
continuata e ultimata per interessamento della Regione siciliana.
Purtroppo da quell' anno comincia il declino fisico di Sr Anna, già
non più superiora. Un edema polmonare ne limita l'attività ma
Sr Anna non si arrende e si rimette a lavoro puntando ormai più alla
corrispondenza e al telefono per difendere, incoraggiare, chiedere sempre
a favore di chi soffre.., con molta preghiera. E' il suo nuovo modo di servire,
sicura che questa è la volontà di Dio che la mette in pace e
che le da la capacità di spendersi giorno per giorno con amore e gioia.
Sì, gioia: perché Sr Anna è sempre serena. Dal mattino
alla sera è sempre occupata e spesso si concede qualche sosta in Cappella
dove riesce a versare nel cuore di Dio tutti i bisogni di quelli che si rivolgono
a lei. Vigile sino agli ultimi giorni accetta la sua sofferenza con dolce
abbandono. Al termine della Santa Messa che il sacerdote celebra accanto al
suo letto, con un "Amen" chiaro e ben presente accoglie l'Eucaristia
e subito entra in coma per non svegliarsi che nell'eternità.
E' l'alba del 17 Marzo 1983.
Sr. Vincenza GIOIA FdC