PREFAZIONE
L’opera presente, curata egregiamente da P. Giuseppe Guerra e dal Prof. Mario Guerra, cita a proposito la circolare del 1° gennaio 1932 dell’allora Superiore Generale P. Francesco Verdier, che richiamava il Decreto 625 dell’Assemblea Generale. Tale Decreto recita testualmente: " In singulis Provinciis componetur compendium historiae Congregationis Missionis, et eorum quae ipsam provinciam respiciunt, ut alumni scholarum apostolicarum facilius edoceantur de nostro Instituto ".
Sarebbe forse oggi limitativo attribuire alla miniera di informazioni che ho l’onore di presentare il solo intento didascalico dei nostri studenti, che peraltro se ne gioveranno senza dubbio nella loro formazione.
Lo studio
"Storia dei Missionari Vincenziani nell’Italia Meridionale", tesse la sua tela documentaristica locale sul canovaccio di quella universale che per i secoli XVIII e XIX si intreccia con i fatti della rivoluzione francese ed i venti liberali che ne scaturirono.Il Mezzogiorno d’Italia fu pienamente coinvolto dalle conseguenze dei nuovi principi rivoluzionari. Sul suo territorio infatti visse la sua breve ma intensa vita l’azione militare francese, sostituita poi dalla Restaurazione, e infine sorse il movimento Risorgimentale, che sfociò nell’unificazione italiana e decretò la definitiva scomparsa della dinastia dei Borboni.
La Provincia non scampò ai mutamenti politici successivi al Regno Borbonico. A testimonianza del rovesciamento storico cui si assistette nei difficili anni dell’unificazione basti citare il caso esemplare della Casa dei Vergini. La storia successiva alla Proclamazione ufficiale del Regno d’Italia ne rovesciò completamente le sorti, ben diverse ai tempi del Regno delle Due Sicilie. Le vicende della Casa dei Vergini furono completamente sconvolte dall’epoca di P. Vincenzo Cuttica, che nel 1715 ingrandì e rifondò a tal punto la Casa dei Vergini da renderla un polo di spiritualità, formazione e cultura pari solo a S. Lazzaro a Parigi (la Biblioteca dei Vergini vanta tuttora pregevoli collezioni nonché degli incunaboli), al Plebiscito del 21 ottobre 1860, con cui l’ex regno delle Due Sicilie fu annesso al Regno del Piemonte.
Vittorio Emanuele II assunse il titolo di Re d’Italia, e la Casa dei Vergini, che di fatto ospitava perseguitati ed ecclesiastici, fu quasi vista come un covo di borbonici… A nulla valsero le promesse fatte da Cavour a P. Marcantonio Durando, nominato Commissario straordinario per rappresentare tutta la Congregazione davanti al Governo Italiano. Promesse volte ad escludere le comunità dei Lazzaristi dal decreto di generale soppressione. Né sortirono effetto gli appoggi politici presso il governo Rattazzi di cui poteva beneficiare lo stesso Durando: la casa fu soppressa nel 1866 fino al 1868.
Nelle alterne vicende della Provincia di Napoli, non si può tacere il ruolo fondamentale svolto dai preti della Missione nel corso dei secoli XVIII e XIX nell’istruzione e nella formazione del clero. Nell’Ottocento, infatti, il clero secolare non è meno travagliato di quello del secolo precedente: disciplina ecclesiastica, spirito pastorale, virtù e buoni costumi difettavano. Per due secoli i preti della Missione svolsero in questo senso un compito prezioso. La Congregazione della Missione ebbe un ruolo decisivo nella riforma spirituale del Clero napoletano. Sin dagli esordi della loro presenza a Napoli, il Card. Caracciolo si appoggiò grandemente ai Vincenziani nel suo instancabile e coraggioso sforzo di rinnovamento del clero. Suo il decreto che prescriveva di non " ammettere all’ordinazione sacerdotale quei diaconi che non abbiano frequentato il corso di esercizi spirituali presso la casa dei Padri della Missione ai Vergini " (cfr. p. 29, n. 29).
Non meno decisivo fu il ruolo dei Lazzaristi nell’evangelizzazione delle popolazioni rurali nei secoli. Il piccolo metodo di San Vincenzo si diffuse come straordinario strumento di predicazione semplice e concreta, scevra da qualsiasi esteriorità e concessione ai funambolismi, del resto tipici dell’oratoria del tempo.
Anche il secolo XX è denso di eventi tumultuosi per la Provincia Napoletana della Congregazione della Missione. Le due Guerre Mondiali segnano tristemente questo tempo, ma la fecondità apostolica della Provincia – pur in situazioni difficili – non si arresta: vengono aperte nuove case (Benevento nel 1919, Bisceglie nel 1922, Palermo nel 1932, Chieti e Salerno nel 1941, nonché, in tempi più recenti, le Fondazioni delle missioni estere in terra abissina e in Albania); viene fondata una Rivista intitolata a Giustino De Jacobis (1928); si incrementano le Missioni Popolari; sorgono nuovi ministeri.
Per quanto nomi illustri si siano succeduti nella vita e nel governo della Provincia, quest’opera celebra soprattutto i Preti della Missione tutti, testimoni della creatività del carisma vincenziano, che si è manifestata dall’arrivo a Napoli fino ai nostri giorni.
Nel ringraziare gli autori di questa fatica, formulo l’auspicio che possa suscitare l’interesse sempre più vivo per le radici storiche della propria Provincia e possa generare in futuro la stessa creatività manifestatasi sin dai tempi della fondazione.
Anche nei doni del passato infatti è racchiusa la creatività dello Spirito, ed ad essi possiamo attingere per dare ispirazione alla perenne novità del domani.
P. Robert Maloney
Superiore Generale
25 gennaio 2003
Anniversario della Fondazione
della Congregazione della Missione