PREMESSA

 

Una storia della Provincia di Napoli della Congregazione della Missione dovrebbe avere come suo punto di partenza naturale il 1815, che è l’anno di erezione in provincia autonoma delle quattro Case allora esistenti nel Regno di Napoli (Napoli, Bari, Lecce, Oria), precedentemente facenti parte della Provincia di Roma.

Nel corso della presente trattazione, i riferimenti principali riguarderanno ovviamente queste quattro Case della Missione, che rappresentano storicamente il nucleo fondamentale della Provincia Napoletana della Congregazione della Missione: e anche la documentazione che citeremo è tratta in buona parte dai loro archivi.

Ma va doverosamente precisato che la Storia della Provincia non si identifica completamente, e tanto meno si esaurisce, con la storia di queste quattro Case, come apparirà evidente dalle frequenti citazioni di avvenimenti e confratelli che riguardano altre case, fondazioni, istituti che, pur se in località e tempi diversi, hanno ugualmente contribuito (talvolta in modo molto significativo) a segnare e contraddistinguere la presenza dei Vincenziani nell’Italia Meridionale.

Precisiamo altresì che il senso del nostro studio non è propriamente la storia delle singole case (cui sono già dedicati apprezzabili articoli e ricerche cui rimandiamo nell’allegata bibliografia), anche se, in un successivo ampliamento delle ricerca, potranno essere studiati, insieme con gli sviluppi delle varie fondazioni, le opere principali svolte e i personaggi più significativi che già emergeranno nelle presenti pagine.

Nelle pagine seguenti tenteremo piuttosto una rilettura o un approfondimento di questi avvenimenti, cercando di:

a) ritrovare le fonti di alcune affermazioni che si trovano nelle opere edite;

b) verificare se esistano lettere o documenti non utilizzati o parzialmente utilizzati;

c) riflettere su alcune divergenze o contraddizioni tra le opere edite;

d) offrire un riepilogo di vari studi già esistenti che possa mettere in grado il lettore di elaborare una propria interpretazione dei fatti;

e) proporre noi stessi (nei limiti del possibile) qualche attendibile interpretazione, che ci pare corretto metodologicamente qui anticipare: nella storia della Provincia napoletana, ed in genere della presenza vincenziana nell’Italia Meridionale, esistono ovviamente periodi di luci ed ombre. Queste ultime non possono essere certo negate od ignorate, ma i Missionari, al di là delle debolezze umane e delle circostanze storiche, sono sempre restati fedeli alla loro regola, allo spirito e al carisma vincenziano.

Questa ottica consentirà anche di individuare una sorta di chiave di lettura unificante, al di là delle polemiche, degli scontri, delle divisioni che inevitabilmente condizionano lo sviluppo storico di tutti i gruppi, religiosi o no.

Crediamo di poter anticipare che questa chiave potrebbe essere:

a) l’assoluta fedeltà alla Regola (tutti gli scontri sono in fondo, e paradossalmente, riconducibili alla polemica su chi è più regolare!);

b) la consapevolezza (che comporta grande responsabilità, ma anche una sorta di legittimo orgoglio) di essere i formatori del clero.

In ogni caso, non si comprenderebbero a pieno i motivi della erezione della Provincia Napoletana e, soprattutto, il significato e l’incidenza della presenza vincenziana nell’Italia Meridionale, senza ripercorrere, anche se per grandi linee, l’origine e gli sviluppi di tale presenza.

 

Ringraziamenti

Doverosi e sentiti ringraziamenti a P. Stefano Angiuli e a P. Antonio Fanuli che hanno fatto parte dell’équipe organizzativa del lavoro; a P. Paul Henzmann e a P. Rolando Delagoza per aver facilitato la consultazione dell’Archivio della Curia Generalizia a Parigi e a Roma; a P. E. Fei e a Vincenzo De Cicco c.m. per la correzione delle bozze e a suor Mariantonia Di Tano FdC per la revisione finale e per il prezioso contributo.