BIOGRAFIA DELLA BEATA
SR. GIUSEPPINA NICOLI FdC

(1863-1924)


di Mario Guerra

Con grande gioia annunciamo che Sr. Giuseppina Nicoli FdC è stata beatificata il 3 Febbraio 2008 a Cagliari: la cerimonia è stata presieduta dal Card. José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, a ciò delegato dal Santo Padre.
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La Beata Giuseppina Nicoli, Figlia della Carità, nacque a Casatisma (Pavia) il 18 Novembre 1863, quinta di dieci figli. La sua famiglia visse sempre in unità di sentimenti profondamente cristiani e nello stimolo vicendevole ad una esistenza evangelicamente intesa: il suo ambiente familiare fu pertanto un humus di grazia e di fede, nel quale tra l’altro si formò ben presto la decisa convinzione che Giuseppina, fin da bambina, avesse qualcosa in sé di particolare e straordinario. Tutti peraltro erano consapevoli che la strada della consacrazione alla vita religiosa era una possibilità tutt’altro che remota per la giovane. Il 24 Settembre del 1883 Giuseppina Nicoli entrò infatti nella Casa di San  Salvario in Torino, Casa Centrale della Provincia di Torino delle Figlie della Carità.

Dopo i periodi di Probandato (o Postulato) e Noviziato (o Seminario) e dopo la Vestizione (avvenuta a Parigi presso la casa Madre delle Figlie della Carità a rue de Bac) fu destinata fin dal 1885 al lavoro apostolico in Sardegna. Salvo alcuni intervalli di tempo trascorsi a Torino, con incarichi comunque impegnativi, gran parte della vita apostolica di Sr. Nicoli si svolse appunto nell’isola, nelle sue diocesi di Sassari e Cagliari.

Sempre si dedicò, secondo l’insegnamento di San Vincenzo de Paoli, all’evangelizzazione e al servizio dei poveri, senza mai risparmiarsi e completamente dedita  al bene delle popolazioni della Sardegna, in un’epoca che non fu certamente il migliore della loro storia.

A Cagliari, dal 1885 al 1899, fu al Conservatorio della Provvidenza. Già allora visse e lavorò con persone che si adoperavano per il miglioramento culturale e spirituale anche dei ceti meno abbienti: insegnava tra l’altro il catechismo ai giovani studenti ed operai della Società Pia Unione dei Figli di Maria (detti Luigini, perché posti sotto la protezione di S. Luigi) da lei fondata e diretta.

Secondo le regole delle Figlie della Carità, i voti semplici si emettono cinque anni dopo dall’ingresso in Seminario: Giuseppina li pronunziò dunque a Cagliari, nella notte di Natale del 1888. In questa occasione le fu donato il crocefisso cavo all’interno del quale, alla sua morte, fu rinvenuta la preghiera autografa nella quale la Beata prometteva al Signore “…di volervi sempre fedelmente servire, praticando la povertà, la castità, l’obbedienza e servendo per amor vostro i poveri…”.

La Beata rimase a Cagliari per 15 anni: nel Giugno 1899 passò, in qualità di Suor Servente (cioè Superiora) all’Orfanotrofio di Sassari. Nonostante le difficoltà nel quale la Beata si trovò ad operare (a causa in particolare di un’amministrazione laica e diffidente), si fece molto stimare anche in ambienti ostili, che le riconobbero doti di dedizione, coraggio e buona volontà. Anche a Sassari Sr. Nicoli favorì peraltro le scuole di catechismo per tutte le categorie: fanciulli, domestiche, ignoranti. Contribuì inoltre alla istituzione di una scuola superiore di religione per le signorine studentesse e di classi signorili, in tempi in  cui l’insegnamento religioso non esisteva affatto nelle scuole. Ebbe un ruolo importante  nella promozione in città dell’opera dei tabernacoli e dell’Associazione maschile dei Figli di Maria e soprattutto fu Direttrice dell’Associazione delle Figlie di Maria e zelatrice attivissima dell’opera delle Dame di Carità, che a Sassari fu molto operosa e benefica. Né si può dimenticare il grande amore di Sr Giuseppina per i poveri, che si espresse soprattutto verso le orfane ed i malati bisognosi, ma anche verso le carcerate: la Beata molto si adoperò per introdurre le Suore in quest’ultima opera di assistenza.

Nel 1910 (con “penosa meraviglia”  perfino dell’Amministrazione laica dell’Orfanotrofio) Sr. Nicoli fu chiamata dai Superiori a Torino, prima come Economa provinciale e poi come Direttrice del Seminario: Sr. Nicoli visse questi incarichi direttivi in uno spirito di assoluta dedizione e di servizio, senza risparmiarsi neanche sul piano fisico. Nella riunione del 9 Gennaio 1913 il Consiglio Provinciale, pur giudicando positiva ed esemplare l’esperienza di Direzione della Beata, prese comunque la decisione di inviarla come Superiora di nuovo a Sassari, anche perché il clima della Sardegna appariva più adatto alla sua cagionevole salute..

            Col ritorno a Sassari si aprì per Sr. Giuseppina un periodo particolarmente penoso e difficile. Nonostante infatti l’ottimo ricordo lasciato nella precedente esperienza, la Beata trovò un clima completamente cambiato, sia nella Comunità che nell’Amministrazione civile. Tutte le testimonianze concordano nell’affermare che questo clima (dovuto ad un  diffuso anticlericalismo e mire ed interessi politico-amministrativi) non trovava alcuna responsabilità nell’operato della Beata. Lo stesso Presidente dell’Amministrazione “riferiva in casa come egli e l’Amministrazione avesse una devozione particolare verso Suor Nicoli di cui conosceva la santa vita…”.  Il Consiglio Provinciale comunque preferì, per quanto a malincuore e confermando la stima per Sr. Nicoli, trasferirla da Sassari, destinandola come Superiora all’Asilo della Marina a Cagliari, dove la Beata giunse il 7 Agosto 1914 e dove sarebbe rimasta fino alla morte.

Già dal successivo Ottobre si adoperò per aprire la Scuola di Religione, che, superate le inevitabili iniziali difficoltà, si rivelò ben presto un provvidenziale mezzo di formazione religiosa della gioventù studiosa.. Seguirono tutta una serie di coinvolgenti opere di carità: fondazione della prima sezione in Italia della piccola opera di Luisa di Marillac (Damine di Carità); allestimento di un laboratorio dove le damine riparavano e cucivano abiti ed indumenti da distribuire ai poveri; collaborazione delle Figlie della Carità  con la Congregazione della Carità di Cagliari nella Colonia Marina del Poetto a Cagliari, per assistere i ragazzi scrofolosi, fortificare la loro salute e  istruirli nei sacramenti.

Gli anni della Colonia del Poetto coincisero con gli anni della Grande Guerra, i cui drammatici risvolti non mancarono di incidere sulla vita della Sardegna e di Cagliari. Nei locali dell’Asilo si ebbe un andirivieni di barelle e le sale erano adibite ad ospedale per i feriti di guerra, che Sr. Nicoli e le sue consorelle non esitarono ad assistere amorevolmente.

Sempre a Cagliari la Beata istituì l’associazione delle Dorotee, che aveva più particolarmente lo scopo di portare le anime a Dio, e quella delle Zitine, che raccoglieva la domenica le persone di servizio, per insegnare loro il catechismo, ma anche a leggere e scrivere.

Sr. Nicoli fu inoltre Direttrice delle Figlie di Maria, che guidò con grande zelo e sollecitudine, inculcando nelle iscritte non solo la pratica di ogni loro dovere, ma la vera imitazione della loro Madre celeste: non a caso tra le Figlie di Maria da lei dirette si notò una vera fioritura di vocazioni religiose.

Grazie a Sr. Nicoli si svilupparono le opere della Propagazione della Fede e della Sant’Infanzia; e il Circolo di S. Teresa, da lei fondato, fu il primo Circolo di Gioventù cattolica femminile di Cagliari e primo nucleo della futura Azione Cattolica femminile.

La Beata continuò a prodigarsi senza soste per l’istruzione religiosa e catechistica, fondando in particolare l’Associazione dei Giuseppini: erano chiamati così perché posti sotto la protezione di S. Giuseppe e si differenziavano dai già ricordati Luigini perché provenivano da famiglie di ambiente socio-economico più elevato. Sr. Nicoli aveva infatti notato che queste famiglie, per pregiudizio sociale, impedivano ai figli di frequentare il catechismo con ragazzi poveri, compromettendone così l’educazione religiosa!

Ma, fra tanto zelo apostolico ed assistenziale e nella molteplicità spesso originale delle iniziative della Beata, c’è un’istituzione, fondata a Cagliari, che è rimasta particolarmente legata al nome di Sr. Nicoli, forse perché lo era in primo luogo al suo cuore: ci riferiamo ai cosiddetti Marianelli, o Monelli di Maria.

Quest’opera aveva il compito di radunare dall’ozio e dal vagabondaggio della strada i ragazzi di Cagliari che erano rimasti orfani e senza assistenza, o che avevano abbandonato la famiglia o ne erano stati scacciati. Essi vivevano fra il porto ed il mercato, dormendo per la strada e passando la giornata rubacchiando e disponendosi alla delinquenza. Guadagnavano inoltre qualcosa trasportando bagagli o pacchi, che caricavano in cesti che si ponevano sulla testa: erano perciò detti in dialetto is  picciòsus  de crobi, i piccoli monelli della cesta. Sr. Nicoli, fin dal luglio 1915, pensò dunque a raccoglierli, sentendo la necessità che qualcuno si occupasse di loro, e non esitò a dedicarsi a quest’opera difficilissima con slancio, anzi con vero eroico ardore. Li faceva assistere alla Messa; alla sera attendeva alla loro istruzione religiosa; insegnava loro a leggere e scrivere e si interessava per far loro apprendere un mestiere.

Sono facilmente immaginabili le difficoltà, le incomprensioni, gli equivoci: tutti dicevano che era impossibile ammansirli e non era conveniente raccogliere quella gentaglia lurida. Ma Sr. Nicoli non si scoraggiò, nemmeno di fronte a queste resistenze che, talvolta, erano presenti all’interno stesso della Comunità: è però significativo che le stesse persone che avevano messo in guardia la Beata rimasero poi ammirate e convinte dell’utilità dell’opera!

Queste incomprensioni si aggiungono peraltro alle ennesime prove che gli ultimi anni di vita riservavano alla Beata, ancora una volta, come a Sassari, involontariamente al centro di una controversia riguardante conflitti di competenze, diritti, proprietà realtivi all’Asilo della Marina. Si giunse a prospettare il ritiro delle Suore, ma, proprio per lo spirito di carità, condiscendenza e di pace della Superiora tutto poi rientrò e l’Amministrazione civile riconobbe le ragioni delle suore e in particolare l’esemplarità  del comportamento di Sr. Nicoli.

Nel Maggio 1924 la Beata quasi  presentì la sua fine: fece una confessione generale per prepararsi al grande passo ed ogni mattina, a Messa, rinnovava il suo sacrificio. A Dicembre, vinta da una broncopolmonite sempre più inesorabile, dovette mettersi a letto. Chiese l’Estrema Unzione che le fu amministrata il 27 dicembre: si vedeva che soffriva molto, ma ne gioiva e intensificava la sua unione con Dio. Alle 9 del mattino del 31 Dicembre 1924, a 61 anni, come racconta una consorella “…quando il Rev Superiore le diede l’assoluzione, aperse gli occhi, guardò amorosamente tutti, si fece un bel segno di croce, e senza agonia, senza rantolo… volò all’amplesso con lo Sposo Celeste….La sua morte fu la corona di una vita specchiata e la prova di una virtù praticata in modo eroico”. I funerali si rivelarono la manifestazione commovente di devozione e affetto di un’intera città, che confermavano la fama di santità che già circondava Sr. Giuseppina.

Si era prodigata per tutta la vita in una molteplice e, per certi aspetti, incredibile attività in favore dei fratelli: apparve a tutti che Sr. Giuseppina potè fare tanto per il prossimo perchè imbevuta sin dall’infanzia degli ideali cristiani di perfezione ognora perseguiti e messi in pratica, nonché di quelli della propria famiglia religiosa, nella quale era entrata con slancio mai smentito.

Fu sepolta  nel cimitero di Cagliari, perché i familiari, che avrebbero voluta portare la salma presso il padre e la madre, cedettero alle pressanti richieste dei cagliaritani, che vollero tenere nell’isola la loro Sr. Nicoli. E quando il 18 ottobre 1932 venne fatta l’esumazione della salma, che fu trasportata nella cappella dell’Asilo della Marina, sulla nuova tomba della Beata fu posta la seguente epigrafe commemorativa:


            Qui ove soavi effuse ai piedi di Gesù e della sua Immacolata Madre

gli irrefrenabili slanci d’amor di Dio e i tesori attinse di

ardente carità del suo bel cuore materno riposa

suor Giuseppina Nicoli, F.d.C.

nella pace dei giusti

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