Sr. Barbara Samulowska FdC
di Italo Zedde, C.M.
Verso la fine del secolo XIX, ebbero luogo delle
apparizioni della Madonna in un piccolo villaggio a nord della Polonia. Esse
durarono dal 30 giugno al 16 settembre 1877. Le due veggenti furono Barbara
Samulowska e Giustina Szafrinska, che entrarono in seguito nelle Figlie della
Carità.
Il 2 febbraio 2005, l'arcivescovo Edmondo Michele Piszcz, nella Basilica della
Beata Vergine di Gietrzwald, costituiva il tribunale diocesano per la beatificazione
di Suor Barbara Samulowska, la quale davanti a quella basilica, poco più
di un secolo prima, con la sua amica Giustina, ricevette le apparizioni della
Madonna. Gietrzwald si trova in una zona della Polonia molto ricca di storia
e di bellezze naturali, nella regione (voivodato) della Warmia-Masuria. Il nostro
interesse tuttavia è soprattutto per la regione e la diocesi di Warmia.
Al tempo delle apparizioni, la regione era sotto il dominio prussiano, particolarmente
duro e severo perché polacchi e perché cattolici.
Nel 1873, pochi anni prima delle apparizioni, la lingua polacca fu proibita
in tutte le scuole di Warmia, e sotto la Kulturkampf, vennero soppresse tutte
congregazioni religiose, eccetto quelle che si occupavano dei malati, come quelle
delle Figlie della Carità. In questo difficile momento, i fedeli di Gietrzwald,
si raccolsero strettamente attorno a un antico quadro della chiesa raffigurante
la Madre di Dio con il Bambino Gesù.
Fu proprio in tali circostanze che la Madonna si affacciò a Gietrzwald
nel 1877. Il parroco del paese, Agostino Weichsel (1830-1909), di famiglia tedesca,
fu convinto dell'autenticità delle apparizioni fin dall'inizio, fondato
su buone ragioni.. Anche le autorità ecclesiastiche non tardarono a accettare
la veridicità delle apparizioni. Le due veggenti nacquero ambedue a Woryty,
a pochi chilometri da Gietrzwald, alla cui parrocchia si faceva riferimento
per ogni avvenimento importante. Giustina nacque nel 1864, Barbara nel 1865.
Fu proprio dopo l'esame di catechismo per la prima comunione che Giustina vide
la Madonna il 27 giugno 1877, sopra un albero antistante la chiesa parrocchiale,
vicino a una fontana. La ragazza vide sull'albero prima uno splendore straordinario,
e poi la Madonna vestita di bianco. Dal 30 giugno anche Barbara vide la Madonna
insieme con Giustina. Le apparizioni continuarono quotidianamente fino al 16
settembre 1877, per poco meno di tre mesi. La popolazione cattolica della regione
fu profondamente commossa e percepì tali apparizioni come un dono della
Madre di Dio al suo popolo, per la perseveranza nella fede così duramente
perseguitata.
Le ragazze fin dall'inizio non ebbero dubbi che si trattasse della Madonna,
e presentavano richieste e domande a nome di tutti. Giustina domandò
alla prima apparizione: Che cosa desideri, Madre di Dio?. La risposta fu: Desidero
che ogni giorno recitiate il rosario. Barbara Samulowska, una volta fatta partecipe
dell'apparizione, domandò: Chi sei? Ottenne una straordinaria risposta:
Sono la Santissima Vergine Maria, concepita Immacolata.
Il primo agosto Barbara domandò: Le parrocchie che ne sono prive otterranno
presto dei sacerdoti?, e ottenne questa risposta: Se le persone pregheranno
con fervore, allora la Chiesa non sarà perseguitata, anzi le parrocchie
che ne sono prive riceveranno sacerdoti. L'11 agosto la Barbara domandò:
La Chiesa in Polonia riacquisterà la libertà? Maria semplicemente
rispose: Sì.
I fedeli affidavano alle ragazze molte richieste per la Vergine. La risposta
era quasi sempre: Recitate il rosario. Barbara Samulowska, il primo settembre,
domandò alla Vergine che cosa desiderava dal parroco di Gietrzwald. Sentì
la seguente risposta: Cerchi sempre di invocarmi, sono sempre stata per lui
una protezione e lo sarò fino alla fine. Particolarmente toccanti furono
le parole dette alle ragazze l'8 settembre, giorno della Natività di
Maria: Non rattristatevi, perché io sarò sempre con voi. Il 16
settembre con enorme presenza di fedeli, la Vergine si manifestò per
l'ultima volta, benedisse la fonte che si trovava nel prato, e affidò
le ultime parole: Recitate il rosario.
La commissione istituita dal vescovo di Warmia, già il primo settembre
affermava: Siamo giunti alla conclusione che le apparizioni di Gietrzwald, devono
avere un fondamento vero e reale. Ne elenca quindi le ragioni. Le apparizioni
ebbero subito un insolita risonanza in tutta la Polonia, in Europa e oltre.
Il giorno 8 settembre 1877, festa patronale della parrocchia, si radunarono
a Gietrzwald 50.000 pellegrini da tutta la Polonia. Negli anni seguenti il numero
aumentò. Nel 1879 arrivarono a 70.000, provenienti anche dalla Lituania
e dalla Russia. Cifre enormi per l'epoca e per il luogo, scomodo da raggiungere.
Nel 1977, centenario delle apparizioni, si tenne a Gietrzwald e Olsztyn in contemporanea
un Congresso Mariologico, in fu molto considerato il tema delle apparizioni.
Al congresso parteciparono il Card. S. Wyszynski e il Card. Karol Wojtyla. La
loro presenza e la loro parola contribuì a sottolineare maggiormente
la realtà e il significato delle apparizioni stesse. Tanto più
che Giovanni Paolo II lo ricordò, quando vi ritornò da Papa nel
suo 4° viaggio in Polonia. Tenne infatti a Olsztyn, il 6 giugno 1991, una
omelia post Missam piena di ricordi storici e religiosi sulla "santa"
Warmia. Ricordò in particolare i luoghi di devozione alla Vergine, nominando
in primo luogo Gietrzwald.
L'11 settembre 1977 il vescovo di Warmia Giuseppe Drzazga ratificava il culto
delle apparizioni della Madre di Dio a Gietrzwald con un decreto la cui conclusione
suona: " Confermiamo il culto delle apparizioni della Madre di Dio a Gietrzwald
come non contrario alla fede e alla morale cristiana, fondati su fatti degni
di fede, che non permettono di escludere il loro carattere soprannaturale e
divino".
Su disposizione del vescovo Filippo Krementz le
ragazze furono subito interrogate dai delegati di una commissione vescovile.
Per farle sfuggire alla curiosità della gente, che già si faceva
intensa, e per evitare che le ragazze si mettessero d'accordo su che cosa dire,
furono fatte accogliere ognuna da una famiglia diversa, in due paesi diversi.
Il 24 agosto Barbara fu interrogata dalla commissione vescovile. La commissione
rimase colpita da tutto il suo atteggiamento sincero, semplice, umile e schietto.
Particolari risposte attrassero l'attenzione della commissione, perché
indicavano una conoscenza superiore alla educazione delle ragazze.
Le suore dovettero trasferire le ragazze a Chelmno per ordine delle autorità
prussiane. Furono inviate poi a Pelplin, in un istituto femminile in cui esse
potevano continuare la scuola elementare. Le due ragazze in seguito decisero
di diventare Figlie della Carità e furono inviate a fare il seminario
interno nella Casa Madre di Parigi, dove giunsero il 19 gennaio 1884. La direttrice
del seminario lasciò una nota scritta su Barbara Samulowska molto elogiativa
della sua vita spirituale e del comportamento. Suor Barbara (che prese il nome
di suor Stanislava) viveva e pregava in quegli ambienti dove Santa Caterina
Labouré aveva ricevuto le apparizioni della Medaglia Miracolosa. Dopo
l'emissione dei primi voti, il 2 febbraio 1889, Suor Stanislava rimase undici
anni a Parigi e infine fu mandata, anche su suo espresso desiderio, nella missione
del Guatemala.
In Guatemala, a causa di precedenti leggi contro
la Chiesa e gli ordini religiosi, potevano operare soltanto le Figlie della
Carità di San Vincenzo de' Paoli. Poco tempo dopo il suo arrivo in Guatemala,
Suor Stanislava fu nominata direttrice del seminario, e si dedicò con
tutto l'impegno alla formazione spirituale delle giovani seminariste. A causa
però delle sue fragili condizioni di salute fu inviata ad Antigua, come
superiora dell'ospedale della città. Qui diede prova della sua straordinaria
dedizione per i poveri. Di lì a poco fu inviata all'ospedale di Quezaltenango.
Il personale dell'ospedale di Antigua, per paura di perderla, pensando di fare
una cosa buona, scrissero una relazione al nuovo ospedale, accusando la suora
di malversazione nell'amministrazione. Arrivando alla sua nuova destinazione
la suora fu accolta con molta diffidenza e sospetto per parecchio tempo. La
sua pazienza e umiltà convinsero alla fine il personale della sua innocenza.
In seguito fu destinata come superiora all'ospedale centrale di Città
di Guatemala. Vi giunse poco prima del tremendo terremoto della notte di Natale
del 1917, in cui la città rimase devastata. Nel 1919 suor Stanislava
fu nominata anche Assistente, cioè vicevisitatrice, con l'incarico di
formare le giovani suore. Nel 1923 fece un secondo viaggio a Parigi e da qui
fu inviata a Chelmno per accompagnarvi una suora malata. Tornava in patria dopo
quasi 40 anni. Ma la paura della reazione delle autorità prussiane, che
non cessavano di cercare pretesti contro la popolazione cattolica, le impedì
di rivisitare il suo paese e il luogo delle apparizioni. Ma forse la ricerca
futura potrà accertare se, dietro questa verosimile giustificazione,
non si nascondesse il desiderio di evitare la piccola gloria di essere riconosciuta
e applaudita. Se fosse così, ricalcava i passi di Suor Labouré
che mantenne il più stretto silenzio sul suo segreto. Tornata in Guatemala,
continuò il suo lavoro di sempre.
Gli episodi sul segreto così strettamente tenuto sono numerosi. Una suora,
per consolare una postulante che faceva fatica a separarsi dai genitori, le
disse: Coraggio, señorita, non pianga, sarà molto felice quando
incontrerà la nostra assistente, che tutti ritengono una santa, perché
quando era ragazza in Polonia ebbe il privilegio di vedere la Madonna. La postulante
racconta anche che incontrandosi poco dopo con suor Stanislava, colpita e attratta
dalla sua semplicità, le domandò: E' vero che lei quando era ragazza
ha visto la Santissima Vergine?. La risposta fu altrettanto semplice: Oh, ma
come è curiosa, lei, signorina!
Suor Stanislava, dopo una breve sosta in un orfanotrofio della città,
tornò all'ospedale centrale di Guatemala. Ivi, dopo una vita di intensa
e splendida testimonianza di santità e di carità, si spense nel
Signore il 6 dicembre 1950, a 85 anni di età, 66 di vocazione e 54 di
missione in Guatemala, spesi soprattutto fra i malati e i poveri. La base del
catafalco fu coperta con i colori dell'Immacolata bianco-celeste.