INTRODUZIONE
La pubblicazione dei due volumi degli «Scritti» di S. Giustino De Jacobis (I, «Diario» Roma, 2000
e II, «Epistolario» Roma, 2003), è stata accolta dagli studiosi di
S. Giustino con grande soddisfazione: essi vi hanno trovato una miniera per
nuove informazioni storiografiche o per documentare meglio le precedenti affermazioni
degli storici.
Abbiamo dovuto però anche
ammettere che i due poderosi volumi sono stati tali da scoraggiare quei lettori
che desiderano soffermarsi solo sui punti salienti di quegli scritti. Ecco
il motivo dell’antologia che presentiamo e che raccoglie i brani più significativi
del Diario e dell’Epistolario, quelli cioè che danno subito
il profilo spirituale del grande missionario e che possono, per così dire,
riassumere emblematicamente tutte le altre pagine.
Il Diario, vogliamo ripeterlo
qui, è costituito da sei volumetti manoscritti, che costituiscono la cronaca
che, secondo l’uso delle case dei missionari vincenziani, il De Jacobis scriveva
sui fatti più importanti, ad uso interno della comunità. L’Epistolario raccoglie
le lettere che abbiamo potuto trovare, dirette a Propaganda Fide, la
Congregazione della Santa Sede che presiede a tutte le missioni nel mondo,
al Superiore Generale a Parigi, a confratelli, benefattori, amici ecc.
L’Antologia è divisa per
argomenti. All’interno dei brani riportati dal Diario, si trovano dei numeri
tra parentesi quadre; essi sono i numeri delle pagine originali del Diario,
di cui è indicato all’inizio anche il volume in cui si trova il brano; così
com’è indicata la località (quando è possibile conoscerla) cui si riferisce
il fatto narrato. Per quanto riguarda l’Epistolario, è indicato da quale lettera
il brano è tratto. Per la natura divulgativa
dell’Antologia abbiamo evitato di dare ulteriori informazioni, che però si
possono trovare nei due volumi integrali citati all’inizio, limitandoci solo
a brevi note essenziali, quando era proprio necessario per comprendere alcune
parole.
Anche se la scelta dei
brani è limitata, risaltano le caratteristiche di S. Giustino De Jacobis,
giustamente considerato il fondatore del Cattolicesimo in Abissinia, evangelizzata
dall’inizio della storia cristiana da S. Frumenzio ma poi divenuta in gran
parte (più o meno consapevolmente) una chiesa cristiana separata da Roma.
L’eresia monofisita, infatti, insistendo sull’unicità della Persona di Gesù
vero Dio, nega la sua natura umana. Giustino De Jacobis viene considerato un antesignano di quella che
oggi chiamiamo inculturazione, il rispetto vale a dire della cultura del popolo
cui viene annunziato il Vangelo; e convinto assertore della necessità del
clero indigeno, per il quale iniziò il primo Seminario. Dai brani che offriamo
alla lettura, emergono le virtù soprannaturali ma insieme le doti umane del
missionario intelligente, dotato di grande humour, autore di disegni
interessanti, umile, ma consapevole degli sviluppi della missione che la Provvidenza
gli aveva affidato, e risulta evidente il grande attaccamento alla sua comunità
pur nella lontananza fisica.
L’Antologia è il frutto
della generosa decisione della Provincia Napoletana dei Missionari Vincenziani,
che ne ha sostenuto la pubblicazione, attraverso il Visitatore P. Biagio Falco.
Un sentito ringraziamento a P. Vincenzo Lazzarini (da più di quarant’anni missionario in Eritrea sulle orme del De Jacobis) e a Sr M. Antonia Di Tano FdC per la loro grande collaborazione. Il giorno della sua Canonizzazione, il 26 ottobre 1975, il Papa Paolo VI all’Angelus disse che S. Giustino ha un solo torto, quello d’essere poco conosciuto. Speriamo che questo lavoro contribuisca a far diminuire questo torto, che è nostro, non suo.