Tra
i primi membri delle Conferenze di San Vincenzo de Paoli, e nel clima di fervore
caritativo animato da Suor Rosalie Rendu, ci fu anche il fondatore dell' Istituto
di Vita Religiosa "Religiosi di San Vincenzo de Paoli":
Venerabile
Jean-Léon Le Prevost
(1803 1874)
Tra i primi confratelli che si erano quasi immediatamente
aggregati ai sette fondatori delle Conferenze di Carità ci fu anche Jean-Léon
Le Prevost. Fu lui a proporre, il 4 febbraio 1834, il nome che la piccola
società avrebbe preso e mantenuto fino a oggi: Società di San Vincenzo de
Paoli, invece che Società delle Conferenze di Carità.
Era il più vecchio del gruppo:
31 anni. All’entusiasmo dei giovani confratelli univa la saggezza e concretezza
dell’età matura. Fu per anni presidente della Conferenza St-Sulpice, la seconda
conferenza parigina.
Jean-Léon Le Prevost si era
impegnato con gli altri confratelli ad assistere i bisognosi nelle loro case.
La frequenza di certe situazioni sollecitava la creazione di nuove istituzioni.
Per le ragazze ci pensavano le
Suore. La stessa Suor Rosalia aveva un istituto con 200 ragazze in Rue de
l’Épée-de-Bois. Vi aveva aggiunto un laboratorio di cucito, un asilo, e poi un
nido per facilitare alle mamme di impegnarsi nel lavoro.
Ad interessarsi dei maschietti
erano i Confratelli della Conferenza di San Vincenzo de Paoli, i quali
incominciarono a delineare dei settori di intervento: assistenza ai giovani
carcerati, agli orfani da avviare a un lavoro, ai giovani senza istruzione e
lavoro. Le Prevost si interessava ai giovani carcerati. Aprì anche una
biblioteca: dava così occasione ad alcuni adulti di scambiarsi le opinioni sui
loro problemi. Fondò un gruppo chiamato Santa Famiglia, per radunare le
famiglie bisognose, dare loro una formazione umana e cristiana e ricrearsi un
po’: noi lo chiameremmo “circolo familiare”. Questa sua iniziativa in pochi
anni si è estesa a tutta Parigi ed altrove.
L’esperienza di 11 anni tra le
miserie aveva fatto scoprire che la pratica della carità era, ed è la via
migliore per riconciliare le masse dei lavoratori a Dio e alla Chiesa. “La
divina Provvidenza, scriveva, in questi tempi invita a salvare il mondo con la
carità”.
Con l’andare degli anni Le Prevost meditava: “C’è tanto da fare per i poveri…
la messe è tanta…non basta dare un po’ di tempo dopo il lavoro della giornata;
ci vuole un impegno a tempo pieno”. Nacque in lui l’idea di dare inizio a
una nuova famiglia religiosa, che chiamò appunto Fratelli di San Vincenzo de
Paoli. Il nuovo Istituto avrebbe fatto un lavoro essenzialmente missionario per
l’evangelizzazione della masse, e attraverso l’esercizio della carità, in tutte
le sue forme, si sarebbe sforzato di rivelare l’amore di Dio verso tutti.
L’undici settembre 1844 aveva incontrato Clément Myionnet, anche lui membro
delle Conferenze di Angers. Clément aveva le stesse vedute e gli stessi
desideri di Jean-Léon Le Prevost: consacrare cioè la propria vita al servizio
dei Poveri in una nuova Congregazione Religiosa. La nuova Famiglia ebbe inizio
con la benedizione del Vescovo di Angers, Mons. Angebault, dopo la messa da lui
celebrata proprio ai piedi dell’altare delle Reliquie di San Vincenzo de Paoli,
nella cappella di Rue de Sèvres a Parigi. A loro si era aggiunto quel
mattino un giovane, Maurice Maignen, che poi entrò a far parte dell’istituto. I
primi membri erano laici, usciti dalle Conferenze di San Vincenzo. Dopo qualche
anno egli capì che ci voleva l’assistenza spirituale per i suoi protetti. Si
fece sentire l’esigenza di avere sacerdoti pronti a dedicarsi pienamente in
questa attività. Il primo sacerdote a entrare nel gruppo fu un confratello
della Società, il neo sacerdote Henri Planchat, martire della “Commune” di
Parigi. Le Prevost sarà ordinato sacerdote il 22 dicembre 1860:
I nuovi religiosi affrontarono
le emergenze tipiche di una società in pieno sviluppo industriale, che
riguardavano il proletariato operaio, e soprattutto i giovani. Diedero vita a
centri per apprendisti e per studenti, a scuole di avviamento professionale e a
pensionati per giovani lavoratori, a iniziative popolari come le mense operaie
ecc. Maurice Maignen fu coinvolto nella fondazione dei “Circoli Operai”, che,
oltre a svolgere un lavoro di assistenza e di sostegno, erano diventati centri
di dibattito dei problemi della giustizia sociale. Fece parte del Movimento
Sociale cattolico che preparò le basi per l’elaborazione di molte riflessioni
sulle quali fu stesa in seguito l’Enciclica Rerum Novarum di Leone XIII.
I legami di Le Prevost con Suor Rosalia Rendu furono
frequenti, ma non si è conservato nessuna lettera, nessun biglietto. Al
processo di canonizzazione del Padre LIBERMANN, il fondatore dei Padri dello
Spirito Santo, il Venerabile Le Prevost scrisse: “Quando nel 1851 venni a
Parigi, … ebbi la fortuna di conoscere Suor Rosalia, una vera “Provvidenza” per
tutte le miserie di quel quartiere di Parigi. Considerai come una seconda
grazia del Cielo il fatto di abitare vicino al Padre Libermann.”
Il nuovo Istituto ebbe l’occasione di incontrare anche San
Leonardo Murialdo e uno dei primi Salesiani di Don Bosco.
Jean-Léon Le Prevost fu
riconosciuto eroico nelle virtù il 21 dicembre 1998 e, secondo la tradizione
ecclesiastica, è onorato con il titolo di Venerabile.
Le Prevost ha steso nel 1847 il
suo inno alla carità con queste bellissime parole:
“È la carità che suscita e risveglia le anime intorno a noi, le
spinge e le riunisce. È pure la carità che ci trascina e ci coinvolge nella sua
azione. La carità non sbaglia mai e non rimane lungo la strada: una volta
accesa, bisogna che si diffonda, brilli e porti lontano il suo calore. Tutto le
serve da alimento: non abbiamo dunque paura, cari amici, non pensiamo troppo
alla nostra indegnità che spesso ci arresta e ci rende timidi. La carità, come
la fiamma, consuma e purifica. Nella carità saremo purificati, vivificati, per
mezzo della carità saremo trasfigurati. Oh! Come mi anima e mi consola questo
pensiero! È la carità che ci sospinge e ci assilla, da lei siamo mossi, da lei
così ardente, così possente, da lei forza, volontà, amore: amore infinito,
amore di Dio”
L’originaria denominazione Fratelli di San Vincenzo de Paoli
divenne in seguito Religiosi di San Vincenzo de Paoli. La Comunità ha
mantenuto uno strettissimo legame con la spiritualità vincenziana che i primi
membri avevano respirato subito nelle prime esperienze di servizio al povero
quando si erano inseriti nelle Conferenze di Parigi e di Angers. Ancora oggi la
Congregazione si sente parte della Famiglia Vincenziana e partecipa alle
iniziative che la Comunità dei Vincenziani propone.